giovedì 10 aprile 2008


Scrivere è difficile. E' riduttivo.
Hanno paura di Minerva e di quello che può fare o dei Mikeros e della loro ferocia, ma gli uomini sono altrettanto feroci, altrettanto mortali.

Ran si è addormentata di nuovo accanto al letto di suo fratello Ryo. Lui e l'altra ragazza non sembrano volersi svegliare, eppure non dormono davvero. Mi sento un'intrusa nel suo dolore, quando sto con lei accanto a suo fratello, eppure ho la sensazione che abbia bisogno di avermi lì e, chissà, forse anche Ryo lo sente.

Slum King è morto, Hiroshi lo ha ridotto a poltiglia rossa tra le dita di Jeeg.
Non lo biasimo, avrei fatto la stessa cosa.
I bambini ora sono liberi e sono certa che se qualcosa di questo mondo si salverà da tutta questa morte quelli saranno loro. Ho fiducia in in Ryu, non so spiegare il perché, ma sento che va bene così.

Ogni volta che mi suona il comunicatore spero che sia l'infermeria e ho il terrore che lo sia.
Ieri giocavo a scacchi con Ran, giochiamo tanto ultimamente, e ci hanno chiamate entrambe. Ho sentito il suo terrore improvviso e so che ha creduto che suo fratello fosse peggiorato, l'ho temuto anche io. Invece si trattava solo di un aggiornamento da parte del dottore sulla possibilità di cui ci ha parlato.
Ran è ottimista e cerco di esserlo anche io: a quanto pare, se si riprenderanno, c'è una buona probabilità di riuscire ad impiantare a Ryo e alla ragazza degli arti sostitutivi, delle protesi, che potrebbero renderli di nuovo in grado di camminare.

Guardo il torace di Ryo alzarsi e abbassarsi nel respiro regolare e vorrei potergli dire svegliati, Ryo, svegliati Ryo Asuka, siamo qui, io e tua sorella, non ci senti?
Ma la sua mente è un muro bianco e io mi sento inutile, impotente.

Intanto su Dei o Demoni succedeva questo.

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