mercoledì 20 agosto 2008

Devo scriverlo, perché altrimenti non avrebbe senso.

Se questo deve restare, come una prova che sono esistita, di quello che ho pensato, provato, vissuto, allora devo metterci anche questo. In fondo cosa sarà mai un po' di dolore e di vergogna, di rabbia, di... Niente. Niente di diverso dal solito.

Lui, cieco, sordo e ottuso, si scaglia contro ogni cosa, contro tutto ciò che non capisce, senza cercare nemmeno per un istante quell'umanità, dentro di sé, che all'esterno sbandiera come un vanto. Kabuto, ne più ne meno di Hell o di uno qualsiasi dei nemici che ogni volta ci attaccano, ci colpiscono, uccidono, torturano, ci lasciano attoniti quando ormai credevamo di aver visto ogni cosa. Ne più ne meno di loro, si scaglia contro ogni cosa che non sia lui stesso, emette sentenze e giudizi e non si ferma a considerare nulla.

E così, per colpa sua, abbiamo perso Sanshiro.
Non è morto, ma nondimeno lo abbiamo perso, ne sono sicura.
Bastava poco, appena un attimo, e avrei potuto prendere la mano del Gaiking e cercare di riportarlo indietro.

Ma Kabuto, senza sapere, senza capire, senza che ci fosse alcuna minaccia, ha attaccato.
E così abbiamo perso Sanshiro che ora, vomitato fuori dal corpo del Gaiking, è come un organo espiantato e incapace di vivere da solo.

Non mi illudo, so che il mio destino sarà ben peggiore.
Ma avrei voluto riuscire almeno a fare qualcosa di buono.
Koji Kabuto deve essere fermato, in qualche modo, in un qualche modo bisogna fermarlo, prima che venga il suo regno e tutto quello per cui credono di lottare sprofondi per colpa di un ragazzo egoista e ottuso.

Ero infuriata, sconvolta, non sapevo con chi prendermela. Credo di essere entrata nella stanza di Ran in cerca di qualcosa con cui prendermela.
E invece ho trovato questa.

(piegata, tra le pagine del quaderno, c'è la lettera di Ran)

Io non so esattamente come mai, ma ora non... E' come se tutto fosse andato oltre e non sentissi più nulla, in male e in bene.
Ma non quando l'ho letta. Quando l'ho letta è stato come se Minerva avesse preso il controllo di me.
E poi, quando ormai non avevo più nulla da rompere, nulla da lanciare, da graffiare, da strappare, come sempre, pensando a Ran, il pensiero si è gettato su Ryo.

Tutta la rabbia e la frustrazione, su Ryo, tutto quello che avrei voluto distruggere, strappare, mordere, lacerare, su Ryo, quasi da poterlo sentire, quasi da sentire tra le dita la sensazione della carne che cede, tra i denti come in un morso, come un quel bacio, la notte di Berlino e all'improvviso mi sono sentita soffocare, come se non ci fosse più aria da respirare in quella stanza e... Non avevo mai provato una cosa del genere, se non forse sognando, non sapevo cosa avrei fatto una volta arrivata da Ryo, se lo avrei attaccato o baciato, ma avevo bisogno di andare da lui, un desiderio fisico, che mi sembrava l'unica cosa in grado di soffocare la rabbia, di sedare il dolore.
Così ho corso per i corridoi, fino alla sua porta e ho picchiato i pugni fino a che non mi ha aperto e quando lo ha fatto non sono stata più in grado di fare nulla, come se avessi speso ogni energia che possedevo nell'arrivare fin lì.

Volevo solo che mi facesse entrare, che spegnesse quel bisogno, quel desiderio sordo, come un costante tamburo, che facesse, qualcosa, che facesse qualsiasi cosa.
Invece non ha fatto niente, naturalmente.
Mi ha portato in sala mensa, sì, e mi ha fatto prendere un caffè.
E io mi sono sentita come se mi avessero improvvisamente staccato la spina.
E adesso non so bene come fare a riattaccarla.

Va tutto bene, va tutto molto bene, credo.
Niente più bisogno di toccarlo di mordere, di colpire, di baciare, niente più rabbia, niente più desiderio. E' come se mi avessero resettato.

Non so davvero cosa pensi Ryo, sempre che pensi qualche cosa, ma in fondo, quando passerà questo imbarazzo, questa vergogna, che già sta scemando gradualmente, non mi importerà nemmeno più.
Errori di valutazione, errori di progetto.
Non ne faccio di continuo?

E' ora di andare da Sanshiro e vedere se qualcosa di lui è rimasto abbastanza integro da poter essere salvato.
La bestia dentro di me capisce. Ascolta. E riconosce chi ha il potere tra noi due. Per ora.




Nel frattempo, su Dei o Demoni... Puntata 28: Il demonio che è in me.

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