martedì 5 agosto 2008

Pensavo che più di tutti potesse capire. Invece sono stata una sciocca.
Pensavo che forse, con quello che ha passato, con quello che mi aveva detto, avrebbe visto le cose come le vedo io.
Che idiota.

Anche Tetsuya è come gli altri. Vede solo quello che vuole vedere e tutto è giusto o sbagliato solo in base a come lui decide. Odia quel robot. Ne ha una paura pazzesca, non serve leggere il pensiero per questo. E crede che tutti siano schiavi dei loro compagni di metallo, come ha paura di esserlo lui.
Ma Minerva è diversa.
Ran ne aveva paura, diceva che era piena di odio. Anche verso di me. Ma io non capisco… è quello che sono tutti, verso di me, pieni di paura e odio, di fastidio e diffidenza. Credo di aver capito che non è normale. Credo di aver capito che tra di loro, tra alcuni di loro, le cose vadano diversamente, però non so immaginarmi come sia.
Loro sono come Minerva.
No.
Minerva mi accetta, insieme siamo qualcosa. Sa che insieme siamo forti e separate non siamo niente. Per questo preferisco lei a loro. Lei, a modo suo, mi ama.
Pensavo che, più di tutti, Tetsuya avrebbe capito, che potesse farlo. Ma credo che non voglia e questo chiude la questione. In fondo perché dovrebbe importargli?

In fondo perché dovrebbe importarmi?

Credevo che a Hiroshi importasse.
Invece sono stata così idiota, un’altra volta.
Voleva solo che aiutassi sua sorella.
E quando ha capito che non serviva, è tornato a ignorarmi, a fare finta che non esistessi.
Sono come un robot.
Una cosa.
La mia utilità, come un oggetto, è uscire e abbattere le cose che mi si parano davanti.
La mia funzione è unirmi a Minerva.
Separata da lei non sono nulla.
Ma io sono qui. Sono io. E’ già abbastanza sapere quanto poco conti questo IO.
E’ già abbastanza sapere che c’è una mia copia esatta con cui tutti mi sostituirebbero volentieri senza pensarci un attimo.
Certo, lei è più simpatica.
Incosciente, arrogante egoista.
Ma sorride.
Come se volesse sbattermi in faccia tutto quello che lei ha avuto e che a me... Noi. Decine di noi… è stato strappato via, negato.
Cose.
Cavie.
Oggetti.
E lei, invece, principessina Grace.
E io invece sono la cosa che fa muovere Minerva.

Speravo che avrebbe capito.
Volevo che lui capisse.
Lui doveva capire.
Ma non vuole.
E non so perché mi importi, non so neanche perché faccia così male.
Non fa differenza.
Non cambia niente…

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