lunedì 11 agosto 2008

All'inizio dovevano spiegarmi tutto. Tutto quanto, ogni cosa. Il Direttore sosteneva che fosse abbastanza normale, che non ero come una bambina, non davvero. Avevo sedici anni di abitudini innestate a forza, di abitudine a non vivere, di abitudine a reagire a stimoli ben precisi con azioni altrettanto precise, sedici anni da lavare via.
Non deve essere stato facile nemmeno per loro.
Mi chiedo cosa pensasse davvero Asamya.
Yanus.
Che effetto deve averle fatto aiutarmi, giorno dopo giorno, a imparare ad essere umana, quando nemmeno lei lo era?
Ha mai provato pietà, compassione, comprensione? Si è mai sentita davvero orgogliosa, felice quando raggiungevo un traguardo.

All'inizio dovevano insegnarmi tutto, spiegarmi tutto, dirmi di raggiungere la mia stanza, per dormire, perché altrimenti mi lasciavo cadere dove mi prendeva il sonno.

Mi hanno dovuto insegnare a mangiare, a nutrirmi, perché non avevo mai dovuto farlo di mia iniziativa, senza aghi, flebo, cavi e un sistema di punizione e premio. Mi hanno dovuto spiegare tante cose, insegnare a comportarmi da umana.
Credevamo che lo fossi, in fondo.
Non mi hanno insegnato la cosa più importante.
A non fidarmi. Mai. A non legarmi. Mai.

Perché tutti tradiscono, tutti mentono, tutti feriscono.

Vorrei averla qui davanti e chiederle spiegazioni. Vorrei poterle urlare contro, picchiarla, insultarla, ma non posso farlo. Perché Ran è morta, portandosi nella tomba le sue bugie.
Chi diavolo eri, Ran Asuka? Come potevi essere la stessa persona di questi file, la donna che ordina di aumentare il voltaggio, di eseguire altri test, di torturare, sperimentare, freddamente, senza emozione, senza scomporsi?
Sapevi di noi così tanto e non ci hai mai detto nulla. Hai lasciato che sbattessimo alla cieca, senza aiutarci.
Come Miwa del resto.
Miwa, che Hiroshi è già pronto a perdonare.

Io non so più perdonare, non so se sono stata mai capace.
E di tutto questo non so cosa fare e vorrei solamente che lui potesse aiutarmi, invece di guardarmi e stare zitto, tranquillo, impassibile.
Mi sento crescere dentro un grido, come se salisse da un punto così profondo di me da essere lontanissimo, buio, vuoto. Sale, sale, sale e ho paura di esplodere, ho paura di scoppiare e non farcela più, sbriciolarmi come cenere.

E non riesco a non sentirmi male ogni volta che penso a lei, a Ran e in coda a quei pensieri arrivi tu, maledetto, maledetto, maledetto, maledetto!





Nel frattempo, su Dei o Demoni... Puntata 27: Human Alliance.

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