venerdì 1 agosto 2008

Povero Umon, povero uomo abbattuto.
Gli ho mentito. Cosa avrei dovuto fare?
Non c'era traccia di Hikaru su quella fortezza. Se è ancora viva e sta bene, non è qui e non è mai stata portata qui.
Ma non potevo lasciarlo così.

In fondo è l'unico ad avermi mai dimostrato un minimo di... Affetto? Forse no, ma interesse, quello sì. Per i libri e le chiacchierate dopo cena, per avermi insegnato a tracciare i primi Kanji senza dirlo a nessuno, per quella volta in cui ho voluto provare a fumare la sua pipa e lui non ha riso, per le piccole cose che agli altri non sono mai importate ho dovuto mentirgli. Dargli una speranza, anche se piccola.

Forse davvero Fleed non esiste ed era solo bello pensare che, da qualche parte, ci potesse essere un posto dal quale provenire. Era bello pensare che, per quanto clone, per quanto mostro, ci fossero stati due individui dai quali potevo essere nata, da qualche parte. Era solo bello pensarlo.
Ma più ci penso e più credo che né io né Daisuke siamo naufraghi dello spazio quanto del tempo. Forse non è da cercare altrove, quella città in fiamme, ma qui, vicina, soltanto molto tempo fa o fra molti anni... Non sarebbe più assurdo di tanti altri deliri nei quali crediamo tranquillamente ogni giorno.

E' arrivata una comunicazione dal Drago: Daimoni è morto.
Dovrei dire qualcosa?
Non credo che la morte sia abbastanza.
Morendo non mi ha restituito la mia vita.


Niente ci viene restituito, mai.
Sentire la sua voce, là fuori, vedere il suo fulmine, gemello al nostro, abbattersi sul campo di battaglia. Avrei potuto piangere, credo, se non fossi stata con Minerva.
Ma è come se non fosse tornato, come se non esistessi.
E in fondo che importanza può mai avere?

Berlino brucia, l'odore dei corpi sale col fumo e oscura il cielo.
Minerva e io guardiamo le fiamme e la morte e siamo sole, perfettamente, inevitabilmente sole.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page